VIAGGIO NELLA PITTURA
CON IMMAGINI BIBLICHE
Ep. 9: Il sacrificio di Isacco
Pubblicato il 18 ottobre 2025 alle ore 19:38
1 Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 2 Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». 3 Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. 4 Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. 5 Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». 6 Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. 7 Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». 8 Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme; 9 così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. 10 Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. 11 Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». 12 L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio».
Il sacrificio di Isacco, 1604, olio su tela, 104x135 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze
Il dipinto
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (1571-1610), influenzato dalle maestrie artistiche del Rinascimento, diventa il protagonista del manierismo pittorico italiano. I suoi chiaroscuri concretizzano sulla tela i volumi, come fossero sculture, caratterizzando in modo unico tutte le sue opere.
Analizzando il dipinto possiamo cogliere l'istante più cruento dell'episodio biblico: Abramo impugna un coltello pronto per sacrificare suo figlio Isacco. Il triangolo formato dall'allineamento delle braccio di Abramo con il suo dorso definiscono la geometria di riferimento della costruzione piramidale ereditata da Leonardo.
La costruzione piramidale era una particolare metodologia compositiva di Leonardo Da Vinci, il quale utilizzava il riferimento geometrico della triangolazione di alcuni elementi chiave con lo scopo di armonizzare l'immagine con sapiente equilibrio.
Gli allineamenti scelti in quest'opera dal Caravaggio definiscono la tensione della crudeltà di ciò che sta per accadere e la forza con cui la provvidenza divina interviene: l'obbedienza cieca e la presenza di Dio sono il focus della scena.
La mano di Abramo e la mano dell'angelo
Abramo stringe nella mano destra il coltello: una presa di ferro che minaccia la candida pelle del giovane Isacco. La forza con cui è pronto a sacrificare suo figlio è arrestata da una forza più grande, la mano dell'angelo inviato da Dio per impedirgli di procedere.
La misura della fede : la "prova" non è istigazione a folle obbedienza
Il contesto del sacrificio di Isacco è da collocarsi in un periodo storico-culturale in cui l'umanità viveva il rapporto con il divino con estrema sudditanza. Nel XIX secolo a.C. dilagava infatti l'idolatria ed era consuetudine la pratica del sacrificio (anche umano).
La relazione di Abramo con Dio è caratterizzato dall'obbedienza cieca, a qualunque costo e dall'esecuzione di riti sacrificali e offerta di primizie, segno che nel cuore di Abramo vi era una grandissima devozione (un fervido praticante diremmo oggi) ma Dio voleva misurare la sua fede. Abramo infatti rappresenta l'uomo con cui stabilisce la prima alleanza, ed è probabile che Dio volesse fargli scoprire qualcosa di diverso, qualcosa che forse Abramo non aveva intuito: l'alleanza infatti è un accordo pacifico di libertà, giustizia, fecondità e amore.
Data la consuetudine con la quale veniva sacrificato qualcosa "fuori da me", si potrebbe azzardare l'ipotesi che Dio ponesse ad Abramo una domanda differente, più profonda. "Sei disposto a mettere in gioco te stesso? Sei disposto a metterci tutto te stesso? Sei disposto a tutto, anche a perdere, per Amore?"
Dio voleva probabilmente aiutare l'uomo a spostare il senso dal rito al sacrificio di sé, che non è la morte della vita ma il dono dell'amore.
I volti
Suggestivo è lo sguardo dell'angelo, la presenza divina che dà prova di umanità. Abramo sembra stupito, il suo approccio rigoroso nell'obbedienza al comando del suo Dio gli impedisce di provare pietà. Ed è proprio l'angelo a mostrare l'ariete, simbolo dell'Agnello, il sacrificio di Salvezza, mentre Isacco è schiacciato in basso, deformato dal terrore e dall'incredulità del gesto che suo padre sta per compiere.
Tre volti, tre sguardi, tre sentimenti diversi in una geometria drammatica che la mano divina immobilizza fermando il tempo e riportando ordine e senso.
Sai che cosa penso
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Domani arriverà...
Domani arriverà lo stesso
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